Il progetto ha riguardato l’accorpamento di tre fabbricati rurali in mattoni pieni collocati nel nucleo di antica formazione del Comune di appartenenza.
Tale intervento, rivolto alla conservazione, al risanamento e alla migliore utilizzazione del patrimonio esistente, ha previsto infatti la ristrutturazione completa, dalle fondazioni al tetto, di tali fabbricati, con opere finalizzate a mantenere l’originaria conformazione della struttura complessiva senza demolizione integrale e ricostruzione, bensì attraverso consistenti interventi di consolidamento strutturale ed un adeguamento igienico-sanitario e tecnologico, in relazione alla destinazione d’uso residenziale insediata. Anche i materiali originali, quali per esempio mattoni e coppi, sono stati ripuliti e riutilizzati. Il piccolo vuoto tra due dei tre fabbricati è stato utilizzato come punto di congiunzione ed è divenuto proprio l' ingresso alla nuova abitazione, mentre gli spazi esistenti sono stati adattati per fare spazio a quelli nuovi così come, viceversa, i nuovi spazi sono stati distribuiti adattandosi alla conformazione esistente. Al piano terra sono stati collocati tutti gli ambienti a servizio della zona giorno comprensiva di soggiorno e cucina comunicanti, sala da pranzo, bagno, disimpegno ed una stanza per gli ospiti; previo spostamento del solaio interpiano ad una quota più elevata, per rispondere alle altezze interne di legge, è stato creato un vano scala di collegamento alla zona notte, posta al piano primo, comprensiva di camera matrimoniale, camera doppia e bagno. Solo dal soggiorno è invece possibile accedere, mediante scala a chiocciola disegnata su misura, allo studio. Le grandi aperture che allo stato di fatto caratterizzavano alcune facciate, tipiche della destinazione a stalla/fienile originaria, sono state in parte tamponate attraverso l’uso di materiali e colori che rendessero l’innesto riconoscibile rispetto all’assetto originario in mattoni pieni, lasciando il vuoto solo per finestre e portefinestre. Là dove le aperture non garantivano un'illuminazione adeguata stati creati lucernari di supporto alle aperture verticali o disegnati inserti di vetromattone sulle pareti di confine con altrui proprietà. Gli interventi finalizzati a garantire che le prestazioni energetiche rispettassero le caratteristiche previste dalla normativa di riferimento hanno compreso la realizzazione di un cappotto interno per le pareti verticali, oltre alla creazione di pacchetti costruttivi orizzontali o inclinati opportunamente isolati, così da non nascondere il carattere originario dell'edificio di cascinale in mattoni pieni; la realizzazione di un impianto di ventilazione meccanica per incrementare il ricambio d’aria naturale in ogni ambiente oltre alla loro deumidificazione; l'installazione di un impianto di riscaldamento e raffrescamento a pavimento alimentato da pompa di calore; la scelta di serramenti e sistemi di schermatura adeguatamente performanti; l'installazione di pannelli fotovoltaici policristallini. Alcune pareti interne in mattoni pieni, prima perimetrali, non sono state rivestite ma sono state invece valorizzate e ben armonizzate con il contesto interno, più moderno rispetto al carattere esterno della casa. Per il pavimento è stato scelto Amazon de La Fabbrica, un gres porcellanato con venature decise, optando per una tonalità neutro che ben si armonizzasse con il soffitto in legno e con le pareti in mattoni. Per i rivestimenti verticali dei bagni sono state invece scelte ceramiche bianche, la collezione Origami di Quintessenza Ceramiche per l'uno e Flexible Architecture di Sant'Agostino per l'altro. Gran parte dell'arredo è stato disegnato su misura, come la cucina, la soluzione alternativa alla cabina armadio studiata per la camera da letto ed i mobili dei bagni e così come il sottoscala anche altre nicchie sono state create ad hoc per ricavare spazi contenitivi utili. L'illuminazione è stata scelta con cura così da ritrovare lo stesso elemento, in questo caso la lampada Doha, in ogni ambiente della casa fatta eccezione per la cucina, al fine di rispondere all'esigenza di collocare un punto luce sospeso sopra il piano cottura che arredasse il volume a doppia altezza, oltre alla sala da pranzo in cui invece risultava utile posizionare una luce direzionabile in relazione al posizionamento del tavolo. Per lo spazio esterno è stato conservato il portico presente nell'impianto originario quale spazio fruibile come zona conviviale o di svago, mentre il resto dello spazio aperto è stato mantenuto a verde. Anche il verde stesso è stato studiato su misura, attraverso per esempio la creazione di un passaggio ad archi verdi che invita l'ospite verso l'ingresso. |
LUOGO
Provincia di Lodi SUPERFICIE 195 mq commerciali |