L'area di progetto rappresenta un episodio eccezionale nel panorama territoriale, paesaggistico e sociale, in quanto luogo dalla posizione strategica e dall’evidente centralità, ma con un utilizzo inferiore alle proprie potenzialità, trattato infatti non come un fronte su cui affacciarsi, ma come un retro. Le attività insediate in posizione distanziata rispetto al corso d’acqua, che caratterizza tale area, hanno generato notevoli spazi inutilizzati, che potremmo pertanto definire luoghi marginali.
Le considerazioni emerse dall’analisi dello stato di fatto hanno portato alla scelta di destinare l’area a parco fluviale, con l’insediamento di tutte le attività che un parco può consentire, cui si aggiungono quelle di coltivazione di orti urbani e vendita di prodotti ortofrutticoli. Queste ultime attività rispondono alla necessità di regolamentare una realtà già presente in maniera abusiva sul sito, ritenendo che la considerazione verso l’utilizzo spontaneo dell’area possa divenire garanzia di fruizione. Il progetto è generato partendo da linee rette perpendicolari al torrente ed in corrispondenza degli alberi esistenti, le quali generano un insieme di linee parallele il cui andamento costituisce l’ideale prolungamento del tessuto urbano adiacente all’interno dell’area oggetto di riqualificazione, senza intaccare l’area più prossima al corso d’acqua. Si precisa però come tale trama costituisca solo un’indicazione allo sviluppo e non un vincolo; non si esclude pertanto la possibilità di piegare la griglia stessa alle necessità contingenti, purché il disegno complessivo non venga stravolto ed i principi generatori non siano rinnegati. La maglia generata da alberi e città si sviluppa su molteplici livelli: - un primo livello, che potremmo collocare a quota zero, corrispondente alle superfici d’acqua, ai prati e agli orti; - un secondo livello intermedio ospitante tutto ciò che è costruito, sia esso un edificio, una seduta o una siepe; - un terzo livello che raggiunge la maggiore elevazione, ovvero il “layer alberi”. Dalla scelta di riconoscere pari importanza sia alla componente naturalistica sia alle relazioni con l’edificato nasce l’idea di creare un asse con funzione di percorso principale che divide l’area di pertinenza in due parti distinte tanto per estetica quanto per uso. Quest’asse iniziando e terminando nell’elemento acqua, più nello specifico in una chiusa, diventa di conseguenza un mezzo di unione, concetto sottolineato anche grazie ad un filo d’acqua che lo costeggia nella sua interezza. La parte più costruita collocata ad ovest dell’asse si articola in tre macroaree con funzioni e materiali diversi. Dalla prima chiusa al ponte abbiamo un’area destinata alla sosta, nella porzione dal ponte al prolungamento di una via urbana si concentrano tutte le attività necessarie all’interno di un parco pubblico, quali info point, bar e servizi igienici, mentre la restante parte è destinata agli orti urani. Se il materiale caratterizzante nel primo tratto è la pietra, con cui sono realizzate le sedute insediate, il resto del percorso muta la sua conformazione materica per diventare terra stabilizzata nella seconda porzione, in cui vengono installati piccoli padiglioni di servizio e strutture per la vendita ed infine legno per i percorsi che si inseriscono tra gli orti dell’ultima, la cui porzione più a sud ospita dell piccole serre finalizzate all'utilizzo durante tutto il corso dell'anno. L’area ad est dell’asse, e quindi più prossima al fiume, è stata invece mantenuta immutata e libera di trasformarsi tramite la sola azione della natura e di essere utilizzata indipendentemente secondo le necessità dei suoi fruitori. Il progetto non intende apportare modifiche invasive, infatti le uniche costruzioni presenti sono state accostate all’edificato esistente e non si elevano mai al di sopra degli alberi, cosicché il progetto mantenga un andamento sostanzialmente orizzontale, in linea con il contesto fluviale. |
OBIETTIVO
Riqualificazione di un'area marginale TEAM Arch. Manila Vigorelli Arch. Sarah Stroppa |