Il progetto si inserisce all’interno di una lesione di tessuto urbano, in uno dei vuoti causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, oggi uno spazio pubblico, trattato a verde, che si presenta senza una propria identità e slegato da tracce storiche come il terraggio, la strada che separava le antiche mura e l’abitato, e la cortina edilizia della via che termina con la sezione di un edificio in rovina vittima dei bombardamenti.
Su tali emergenze si concentra il progetto di recupero e rigenerazione dell’area con l'obiettivo di ritrovare un equilibrio, la corrispondenza tra la vita sociale e la struttura fisica di uno spazio urbano così problematicamente connotato. Attraverso il ridisegno a terra dello spazio pubblico aperto e l’allestimento di una sorta di cantiere visitabile si propone uno spazio attrezzato multifunzionale in grado di ospitare una serie di attività pubbliche en plein air, dedicate alla sosta e allo svago; una piazza che accoglie sia attività ricreative libere, sia manifestazioni organizzate come rappresentazioni teatrali, piccoli concerti, cinema sotto le stelle. Una “teca provvisoria”, che sviluppandosi per un’altezza pari alla cortina edilizia superstite, si innesta nella piazza permettendo di leggere i segni contenuti sui resti dell’edificato. I piani di calpestio previsti riprendono la scansione di quelli dell’edificio preesistente. La struttura portante di questo volume è costituita da un ponteggio a tubi e giunti (ponteggi Innocenti), racchiusa da una doppia pelle con un intercapedine creata tra due livelli di chiusura verticale, in pannelli di policarbonato. Fa da contraltare alla “teca” sul lato opposto della piazza, un secondo ponteggio Innocenti come a segnare i confini del sedime della costruzione bombardata, rivestito interamente da un telo bianco da proiezione per la visione serale di film. Sul lato del terraggio, un muro attrezzato separa la piazza dall’edificato, un blocco in cemento scavato in modo da permettere la realizzazione di un sistema di sedute. Il terraggio nel suo sviluppo originario verso ovest è interrotto dal fronte cieco di un edificio costruito con il piano del 1953. Risolve l’impatto di questo sfregio l'applicazione di una superficie riflettente che produca l’illusione di proseguire il tracciato dell’antica strada come un tempo. Tra la piazza e la via in cui si inserisce l'intervento si trova una fontana, un volume d’acqua contenuto in pareti di cristallo sostenute da una struttura in acciaio, la cui scansione vorrebbe rievocare le sostre sulle rive del fiume che scorreva dove oggi corre il traffico cittadino. |
OBIETTIVO
Progettazione di uno spazio pubblico |